Dopo l'abolizione del decreto Salva Roma, il sindaco della capitale Ignazio Marino non ci sta e passa decisamente all'attacco, non risparmiando la Lega Nord ed il M5S che non hanno fatto passare il provvedimento alla Camera.
"Non ci saranno i soldi - ha dichiarato secco a "Mix 24" per pagare 25.000 dipendenti comunali, per il gasolio da mettere negli autobus e per le scuole e gli asili nido. E persino per organizzare la santificazione di due Papi, che è un evento planetario".
La decisione di bocciare l'ennesima pezza a colori che avrebbe posto la solita toppa pagata da tutti, alle proverbiali esibizioni di cattiva amministrazione ed ai tanti sprechi, poste in essere dai nostri sindaci, non è andata per niente giù al primo cittadino capitolino che ha pure avuto la sfacciataggine di dare la colpa alla politica. Dimenticandosi però di dire che anche lui ne fa parte. "Non si può governare così - ha infatti sbottato - la Capitale, si tratta di soldi versati dai romani e che devono tornare a loro".
I nodi dunque stanno venendo al pettine, e dopo il fallimento decretato al comune di Napoli, adesso sta per arrivare il turno di Roma. A meno che il Governo non vari un decreto ad hoc, per salvare ancora una volta chi ha sprecato i nostri soldi, in maniera sciagurata!
Una domanda sorge spontanea, caro sindaco Marino: se il compito di un primo cittadino è quello di saper amministrare le risorse a propria disposizione, ci può dire cosa ha fatto in concreto per risanare durante il suo mandato le disastrate casse del comune di Roma? Saremmo davvero curiosi di leggere la sua risposta!
Francesco Montanino
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