Monza (Padania) - Si riaccende il dibattito sull'indipendenza e su
tematiche come la libertà e la sovranità dei popoli. Nonostante le ripetute e
reiterate soppressioni dei diritti dei cittadini poste in atto dal governo
Renzi, espressione di lobby e massonerie assortite, la Lombardia si interroga
sull'opportunità di restare ancorata al mostro centralista romano. Merito di un
interessante convegno tenutosi domenica pomeriggio nel capoluogo brianzolo,
organizzato dal Collettivo Indipendentista Lombardia e che ha visto fra gli
altri anche la partecipazione dei consiglieri della Lega Nord alla Regione
Lombardia, Massimiliano Romeo ed Alessandro Cecchetti. Presente anche il
professore Stefano Bruno Galli.
"Noi siamo già speciali - afferma Alex Storti, cofondatore del Collettivo
Indipendentista Lombardo - se pensiamo che la nostra economia può
tranquillamente competere con la Germania ed ha accolto negli ultimi decenni
tantissimi lavoratori, provenienti anche dal Sud. Certo, esiste un problema
molto grosso perché non sono molti gli interlocutori con cui parliamo di queste
tematiche, a causa del modo con cui il PD vince quasi gratis le elezioni. La
Lega Nord ha avuto il merito di parlare per prima di federalismo, salvo poi
cambiare linea, anche se non la ritengo un nemico. Pur non condividendo del
tutto, la svolta nazionalista di Salvini che adesso vuole prendere i voti anche
al Sud. Ai consiglieri regionali leghisti chiedo di portare avanti, con tutti
gli strumenti giuridici a disposizione le battaglie per l'autonomia, ed in un
orizzonte temporale di lungo periodo, anche l'indipendenza. In quadro europeo
però - ha poi puntualizzato - sicuramente diverso da quello attuale".
Il consigliere leghista Romeo ha invece evidenziato come "il problema di questa terra, siano i lombardi che pensano che sia la Regione Lombardia la causa di tutti i mali, ignorando invece ciò che stanno combinando a Roma. Ci sono gli sprechi nella nostra regione, e logica imporrebbe di fare i tagli maggiori proprio a danno di chi sperpera male. Ed invece hanno deciso di tagliare su chi produce di più e magari ha anche la popolazione maggiore. La nostra colpa come Lega Nord è stata quella di non aver fatto capire ai lombardi l'importanza di essere indipendenti, magari portandoli a votare per un referendum".
Sul nostro invito affinché la Regione Lombardia a guida leghista possa un giorno proclamare l'indipendenza, Romeo ha preferito svicolare affermando che "non possiamo intraprendere iniziative che non siano consentite dall'attuale Costituzione". Salvo poi contraddirsi quando ha tirato in ballo un sondaggio condotto dal quotidiano La Repubblica che "evidenzia come un numero sempre maggiore di italiani chieda l'indipendenza della propria regione di appartenenza".
Peccato che al di là dei proclami, il consigliere leghista che pure ha fatto un accenno sul Sud ("quando vedono che litighiamo, i deputati meridionali ci sbeffeggiano e ci prendono per il culo") abbia trovato una giustificazione a dir poco risibile ("è un'operazione politica fine!") sulle ragioni che hanno spinto il leader del suo partito Matteo Salvini, a scendere al di sotto del Garigliano per raccattare voti. Così come perché non abbia intrapreso azioni forti contro il governo Renzi che - testuali parole di Romeo - "ha tolto quel poco di autonomia che avevamo", visto e considerato che il Carroccio governa la Lombardia, con Roberto Maroni!
Insomma, il solito quanto stucchevole "vorrei, ma non posso" dal momento che l'impressione che si riceve è quella di una Lega Nord che mentre parla di federalismo ed autonomia, si intimorisce di fronte alle possibili reazioni del mostro centralista di Roma LADRONA!
Interrogativi e dubbi che - come immaginavamo - non potranno mai trovare risposta e che nemmeno il successivo intervento del professor Stefano Bruno Galli, è riuscito a fugare. Un discorso ad ampio spettro dove Galli è partito con dei riferimenti a concetti tanto cari all'indimenticato professor Miglio ("dobbiamo risolvere il problema dei parassiti"), sino a parlare "dell'istituto del regionalismo differenziato".
L'unica cosa che in un qualche modo richiama alla mente la raccolta differenziata - possiamo affermare senza timore di essere smentiti -, è sicuramente la svolta statalista intrapresa dagli ex celoduristi padani che hanno svenduto un sogno, sull'altare delle cadreghe e dei richiami provenienti da Arcore, dal loro padrone Silvio Berlusconi.
L'incontro ha dunque confermato le profonde contraddizioni di una Lega Nord 2.0 in profonda crisi di identità ed in evidente stato confusionale, dal momento che - come ripetiamo da mesi - non può avere due piedi in una scarpa!
Ovvero, non ci si può permettere di parlare di temi importanti come il federalismo, l'autonomia e l'indipendenza se poi ci si atteggia a partito leader di un centrodestra che rappresenta una delle due orrende facce della stessa medaglia centralista!
Va bene puntare sui simboli di appartenenza come la rosa camuna o l'inno lombardo (vero, consigliere Cecchetti?), ma occorrono iniziative assai più forti (e pensiamo a ciò che è riuscito a fare MAS in Catalogna) se veramente ci si vuole affrancare dal regime italiota!
Francesco Montanino
Il consigliere leghista Romeo ha invece evidenziato come "il problema di questa terra, siano i lombardi che pensano che sia la Regione Lombardia la causa di tutti i mali, ignorando invece ciò che stanno combinando a Roma. Ci sono gli sprechi nella nostra regione, e logica imporrebbe di fare i tagli maggiori proprio a danno di chi sperpera male. Ed invece hanno deciso di tagliare su chi produce di più e magari ha anche la popolazione maggiore. La nostra colpa come Lega Nord è stata quella di non aver fatto capire ai lombardi l'importanza di essere indipendenti, magari portandoli a votare per un referendum".
Sul nostro invito affinché la Regione Lombardia a guida leghista possa un giorno proclamare l'indipendenza, Romeo ha preferito svicolare affermando che "non possiamo intraprendere iniziative che non siano consentite dall'attuale Costituzione". Salvo poi contraddirsi quando ha tirato in ballo un sondaggio condotto dal quotidiano La Repubblica che "evidenzia come un numero sempre maggiore di italiani chieda l'indipendenza della propria regione di appartenenza".
Peccato che al di là dei proclami, il consigliere leghista che pure ha fatto un accenno sul Sud ("quando vedono che litighiamo, i deputati meridionali ci sbeffeggiano e ci prendono per il culo") abbia trovato una giustificazione a dir poco risibile ("è un'operazione politica fine!") sulle ragioni che hanno spinto il leader del suo partito Matteo Salvini, a scendere al di sotto del Garigliano per raccattare voti. Così come perché non abbia intrapreso azioni forti contro il governo Renzi che - testuali parole di Romeo - "ha tolto quel poco di autonomia che avevamo", visto e considerato che il Carroccio governa la Lombardia, con Roberto Maroni!
Insomma, il solito quanto stucchevole "vorrei, ma non posso" dal momento che l'impressione che si riceve è quella di una Lega Nord che mentre parla di federalismo ed autonomia, si intimorisce di fronte alle possibili reazioni del mostro centralista di Roma LADRONA!
Interrogativi e dubbi che - come immaginavamo - non potranno mai trovare risposta e che nemmeno il successivo intervento del professor Stefano Bruno Galli, è riuscito a fugare. Un discorso ad ampio spettro dove Galli è partito con dei riferimenti a concetti tanto cari all'indimenticato professor Miglio ("dobbiamo risolvere il problema dei parassiti"), sino a parlare "dell'istituto del regionalismo differenziato".
L'unica cosa che in un qualche modo richiama alla mente la raccolta differenziata - possiamo affermare senza timore di essere smentiti -, è sicuramente la svolta statalista intrapresa dagli ex celoduristi padani che hanno svenduto un sogno, sull'altare delle cadreghe e dei richiami provenienti da Arcore, dal loro padrone Silvio Berlusconi.
L'incontro ha dunque confermato le profonde contraddizioni di una Lega Nord 2.0 in profonda crisi di identità ed in evidente stato confusionale, dal momento che - come ripetiamo da mesi - non può avere due piedi in una scarpa!
Ovvero, non ci si può permettere di parlare di temi importanti come il federalismo, l'autonomia e l'indipendenza se poi ci si atteggia a partito leader di un centrodestra che rappresenta una delle due orrende facce della stessa medaglia centralista!
Va bene puntare sui simboli di appartenenza come la rosa camuna o l'inno lombardo (vero, consigliere Cecchetti?), ma occorrono iniziative assai più forti (e pensiamo a ciò che è riuscito a fare MAS in Catalogna) se veramente ci si vuole affrancare dal regime italiota!
Francesco Montanino
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